Il paese è privo di risorse minerarie; ha buona disponibilità di terreni agricoli e di foreste (gravemente intaccate) e, soprattutto, di acque correnti che consentirebbero un’ingente produzione idroelettrica (attualmente, la produzione annua di fonte idrica è di appena 40 mil. di kWh). Circa un terzo della manodopera è impiegato nell’agricoltura, per la quale la C. dal 2000 ha recuperato l’autosufficienza alimentare (riso), mentre le colture commerciali (arachidi, banane, iuta, cotone, tabacco, caucciù) poco incidono sul bilancio del paese.
Discreta la dotazione zootecnica, notevole il prodotto della pesca nelle acque interne. Le pratiche agricole correnti sono quelle tradizionali, con scarsi investimenti sul piano infrastrutturale (irrigazione, regimazione delle acque). Le campagne sono soggette alle stagionali esondazioni dei fiumi che, per quanto apportino nutrienti in forma di limo e consentano in certe regioni di moltiplicare i raccolti, sembrano intralciare un’organizzazione più produttiva dell’attività.
La struttura industriale è debole (tessile, chimica, metalmeccanica), ma il bassissimo costo della manodopera attira investimenti e delocalizzazioni: la confezione di capi di abbigliamento è la prima attività per reddito prodotto. Dall’inizio del secolo l’economia della C. procede a ritmi di crescita regolarmente superiori al 5% annuo; ovviamente, considerando il quasi nullo livello iniziale, si tratta di incrementi che hanno piccole dimensioni assolute.
La seconda fonte di introiti è il turismo (diretto quasi solo ad Angkor e nella capitale), in crescita, con circa 1 milione di ingressi (2004). Il sistema delle comunicazioni è povero: 612 km di ferrovie e 12.300 km di strade asfaltate; le vie navigabili assommano a 3700 km. Porti a Kompong Som (marittimo) e Pnom Penh (fluviale); aeroporti principali: Pnom Penh, Siem Reap, Battambang, Kompong Cham.